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TerMus_Superbonus_110

Le FAQ per risolvere ogni problema con il tuo TerMus

Argomenti

Fotovoltaico

L’energia elettrica prodotta dai moduli dell’impianto fotovoltaico viene riportata nell’apposito tabulato del programma. Si ricorda che tali valori derivano da una valutazione standardizzata su tabelle che fanno parte delle norme UNI/TS 11300.

Per visualizzare i relativi tabulati basta, a calcolo già eseguito, fare doppio click sul nodo Centrali Termiche del Navigatore e nella pagina che si attiva fare click sul nodo Solare Fotovoltaico, questa operazione visualizza i tabulati con riportati i valori dell’energia prodotta dai moduli fotovoltaici divisi per periodo.


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Modellazione con telaio in C.A.

Si è corretto, in questo modo, oltre ad avere un calcolo della “Trasmittanza media” più preciso, si ottiene anche un calcolo della massa volumica degli involucri verticali altrettanto fedele alle caratteristiche dell’edificio.


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Salto classi con pompa di calore

Un eccessivo miglioramento con salto di molte classi è accettabile e plausibile in quanto se la pompa di calore si coniuga bene in termini di potenza e rendimento con i carichi dell’edificio, offre sicuramente prestazioni complessive molto elevate con rendimenti anche superiori al valore 100.

Al contrario, potrebbe essere preoccupante se con l’impiego di pompe di calore non si ottengano miglioramenti apprezzabili.

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Ponti Termici infisso parete

L’infisso in oggetto su un lato è agganciato alla mazzetta e su l’altro lato entra direttamente nel maschio murario generando in questo modo un ponte termico anomalo.

Nella pianta dell’edificio, infatti, si nota che da un lato la finestra forma un gradino facendo capire al software che il ponte termico è presente, dall’altro invece c’è una unione totale della finestra con il maschio murario.

La risoluzione è di tipo grafico con una leggera modellazione dell’attacco finestra/muro di imposta dell’infisso.

Quindi, basta spostare leggermente il maschio murario per vedere l’impronta sottostante del solaio e portare il muro fino allo spigolo del solaio. Alla fine correggere gli eventuali errori di chiusura del vano che si potrebbero presentare.

Visualizzando nuovamente i ponti termici si nota che il problema è risolto.

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Modifica stratigrafia nel documento POST

Non esiste un comportamento assoluto, ci si regola in maniera diversa di volta in volta a seconda dell’opportunità. Se la stessa stratigrafia è utilizzata in più punti del progetto, quindi non solo nella parte perimetrale, allora converrebbe duplicarla e modificarla aggiungendo il cappotto; viceversa, se la stratigrafia è stata utilizzata in un’area circoscritta, come ad esempio solo nella zona perimetrale, allora conviene modificarla direttamente senza crearne una nuova.

In caso di cappotto esterno è buona norma fare attenzione all’allineamento posizionando la freccia nera verso l’interno in modo da consentire al muro, durante la modifica della stratigrafia, di allargarsi verso l’esterno.

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Definizione di un impianto con camino a legna

La procedura corretta per creare un impianto collegato ad un classico camino a legna che produce solo riscaldamento è la seguente:

  • Nella pagina del nodo Generazione aggiungere un caminetto come generatore di calore.
  • Impostare i dati del generatore e la sua potenza, ad esempio di 5 kW.
  • Nella pagina del nodo Distribuzione creare un impianto ad aria.
  • Nella sezione UTA dell’impianto inserire i dati richiesti, in particolar modo:
    • Nel campo Utilizzo specificare che si tratta di un impianto di solo CLIMATIZZAZIONE.
    • Nel campo Temperatura di immissione in ambiente specificare una temperatura di immissione, ad esempio 28 °C.
    • Nel campo Potenza elettrica inserire il valore “0”.
  • Nella sezione DISTRIBUZIONE scegliere Personalizzato dal menu del bottone Rendimento.
  • Nel campo che si attiva inserire il valore “1” poiché non essendoci canalizzazioni il camino immette l’aria calda direttamente nell’ambiente.
  • Nella sezione RETE non effettuare modifiche visto che è un classico camino senza ventole.
  • Nella sezione ZONE SERVITE selezionare la relativa zona di riscaldamento.

A questo punto, nella sezione EOdC e ZONE del Navigatore della zona di riscaldamento servita è opportuno effettuare le seguenti operazioni:

  • Selezionare Generatore d’aria calda singolo a basamento o pensile dal list box Tipologia di terminali.
  • Nel campo Potenza TOTALE inserire il valore “5” siccome il camino dell’esempio è di 5 kW.
  • Infine, nel campo Tipologia di regolazione selezionare Manuale dal momento che il calore ceduto agli ambienti dipende dalla quantità di legna inserita.
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SuperBonus: definizione ponti termici e camino a legna

Nell’esempio in questione viene rappresentato un Edificio plurifamiliare (8 unità immobiliari) con una caldaia per ogni singolo appartamento. Sono stati creati i modelli Ante e Post dove è stato modificato l’involucro perimetrale per ottimizzare la trasmittanza delle pareti, inserito il fotovoltaico, sostituito gli infissi e le caldaie.

Nel progetto Ante i ponti termici sui pilastri inseriti nei muri perimetrali, non sono evidenziati.

Il motivo è che in questa fase tale salto di struttura non può essere rilevato in automatico però il ponte termico può ugualmente essere calcolato. Infatti, dopo aver calcolato il ponte termico nella libreria, basta selezionare il vano in oggetto e nella sezione Ulteriori dispersione dei vani del toolbox delle proprietà è possibile aggiungere il relativo ponte termico.


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Se il camino insiste e riscalda solo un ambiente, dal punto di vista Superbonus, occorrerebbe fare le giuste valutazioni magari confrontandosi con gli enti preposti al controllo: non è pensabile che l’unico camino, con potenza ridotta, presente in un unico vano possa riscaldare tutti i livelli dell’edificio.

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APE Convenzionale: organizzazione EOdC e centrali termiche

Nell’esempio seguente è rappresentato un edificio con 6 unità abitative con 6 centrali termiche.

Si ricorda che l’EOdC (Edificio Oggetto di Calcolo) rappresenta l’unità immobiliare, quindi con 6 appartamenti si avranno 6 EOdC (indifferentemente se si tratta di servizio centralizzato o di servizi autonomi); per ogni EOdC occorre considerare:

  • La subUnità che definisce le caratteristiche di comfort abitativo e le caratteristiche per un eventuale calcolo della verifica igrometrica.
  • Le Zone che rappresentano i servizi: riscaldamento, acqua calda e ventilazione.

Invece, per quanto riguarda le Centrali Termiche occorre considerare che:

  • Si avrà un’unica Centrale Termica nel caso di servizio centralizzato (al suo interno si potranno avere, eventualmente, tanti impianti di produzione acqua calda sanitaria).
  • Si avranno “n” Centrali Termiche se ognuna delle unità è dotata di un impianto.

Per la versione 42.00 di TerMus vale lo stesso tipo di organizzazione: qualora si avessero più unità, ci saranno in tavola più centrali termiche, quindi se ogni unità ha la propria centrale termica, si avranno tante zone e tante centrali termiche per quante sono le unità, ogni centrale termica avrà il proprio EOdC. Se, invece, si ha un edificio condominiale con tante unità ma con riscaldamento centralizzato, allora si creeranno tanti EOdC per quante sono le unità, l’impianto invece sarà uno solo e ad esso si andranno ad abbinare tutte le zone che rappresentano tutte le varie unità immobiliari.

Una volta definito lo Stato di Fatto, quando si crea lo Stato di Progetto o il Post, qualsiasi modifica si apporta non deve coinvolgere la centrale termica come entità, quindi, ad esempio, se si vuole cambiare l’impianto non si deve cancellare la centrale termica per crearne una nuova, poiché eliminare la centrale termica dal documento Post comporterà la costruzione di un nuovo sistema edificio-impianto che non sarà più confrontabile con il precedente. Il confronto, invece, può avvenire se nel documento Post si uniscono due unità abitative.

Per evitare questo tipo di errore TerMus (versione BIM e versione 42.00) avverte l’utente del possibile problema in cui si potrebbe incorrere.

TerMus v.BIM

TerMus v.42.00


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Impianti e Generatori: tipo di funzionamento

Il funzionamento in serie e in parallelo degli impianti o dei generatori è del tutto simile tra TerMus-BIM e TerMus 42.00, quindi i concetti sono assolutamente identici parlando di norme tecniche che sono a monte della tecnologia software utilizzata.

Nella pagina del nodo Centrali Termiche è presente il campo Modalità di funzionamento dove è possibile scegliere il tipo di funzionamento (in SERIE o in PARALLELO) della centrale termica.

Il campo si attiva solo quando ci sono più impianti che offrono lo stesso servizio, la condizione è connessa ai due sistemi di climatizzazione invernale e estiva. Pertanto, se nella centrale termica del presente esempio si aggiunge un altro impianto di climatizzazione invernale di riscaldamento, il campo Modalità di funzionamento risulterà attivo.

In pratica se all'interno di un edificio di un’unità immobiliare ci sono più impianti che offrono lo stesso servizio è necessario, per poter procedere ai calcoli, scegliere il metodo di funzionamento tra in SERIE e in PARALLELO.

Tipo di funzionamento in SERIE degli impianti

La modalità in SERIE prevede la progettazione di più impianti in cascata: un impianto principale ed uno secondario; l’impianto secondario si attiverà solo in presenza di energia non coperta dal primo impianto, per bilanciare una energia residua che il primo non può o, per scelta progettuale, non si vuole far gestire (ad esempio nel caso di pompa di calore come impianto primario che si vuole far funzionare fino a certe temperature oltre le quali si richiede l’intervento dell’impianto secondario).

Tipo di funzionamento in PARALLELO degli impianti

La modalità in PARALLELO prevede che nei giorni di servizio gli impianti saranno attivi entrambi e concorreranno tutti e due alla copertura del carico del fabbisogno dell'edificio. Ad esempio, se si devono coprire 100 kW e si hanno due impianti di riscaldamento, un impianto di riscaldamento che ha terminali che assommano la potenza totale di 60 kW e l'altro impianto che ha terminali che assommano una potenza totale di 40 kW, si ha in pratica una suddivisione 60 e 40.

A destra del campo Modalità di funzionamento viene proposto anche un bottone che attiva un box con informazioni utili sulla scelta da effettuare.

Le modalità appena descritte potranno essere gestite anche nel caso si voglia ragionare non sugli impianti ma sulla generazione. Questo è il caso in cui si ha un unico impianto dove si prevedono due o più generatori collegati in serie o in parallelo.

Generatori in SERIE (collegati su unica riga)

In questa condizione è rappresentato un impianto con generatori in serie come sistema ibrido, quando i generatori sono rappresentati tutti su un'unica riga allora sono generatori che sono montati in serie. Se il primo generatore non è in grado di coprire il carico termico per potenza o perché, ad esempio, è una pompa di calore che si è deciso di spegnere ad una certa temperatura, il carico residuo andrà sulle spalle della macchina in serie, se ci fosse stata una terza macchina, e questa macchina è in grado di coprire solo una quota parte del carico residuo della prima, il residuo della seconda andrà a carico della terza attuando la sequenza ordinata dei generatori.

Generatori in PARALLELO (elementi sovrapposti)

Se invece si vuole che l’impianto sia in qualche modo comandato da più generatori ma questi generatori si devono attivare e disattivare contemporaneamente, si dovrà optare per generatori in parallelo.

I generatori in parallelo vengono mostrati in colonna, ovviamente in questo caso con generatori in parallelo la copertura del carico, che in qualche modo viene abbinata ad ogni generatore, è strettamente connessa alla potenza del singolo generatore, quindi maggiore potenza equivale a maggiore fetta percentuale della copertura dell'incidenza del generatore.

Si ricorda, ovviamente, che quando si ha una sequenza ordinata con generatori in serie e il generatore primario non riuscisse in qualche modo a coprire il carico dell'edificio, in sede di calcolo il programma sarà in grado anche di segnalarlo.

Per analizzare i risultati di calcolo della centrale termica basta selezionare il relativo nodo del Navigatore.

In questo caso, nella pagina che si attiva si vede che nei dati la pompa di calore, a fronte di una determinata richiesta ad esempio di 25000 kWh, è in grado di produrne 15200, ne restano circa 10000 residui. Il residuo di 9748 non è altro che l'input della macchina in serie.


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Edificio con più generatori e diverse tipologie di terminali

In questo caso particolare sono state inserite più zone riscaldate poiché sono presenti vani molto differenti tra loro (alcuni riscaldati con il radiatore in ghisa su parete non isolata, alcuni sono riscaldati con radiatore in alluminio su parete isolata, ecc.). Per ogni vano, quindi, è stata creata la relativa zona costringendo ad una scomposizione piuttosto analitica. Questa procedura è comunque corretta.


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Nell’esempio viene rappresentato una unità monofamiliare su due livelli con tre generatori (due generatori al piano terra e uno al piano primo).

Al piano terra sono stati inseriti in serie, in un impianto combinato (riscaldamento + acs), due generatori di calore: un termocamino e una caldaia standard.

I due generatori sono attivi entrambi contemporaneamente con la caldaia che dovrebbe compensare quello che non riesce a riscaldare il termocamino. Il termocamino principalmente dovrebbe fungere da riscaldamento mentre la caldaia dovrebbe fornire riscaldamento e acqua calda sanitaria. È corretta questa configurazione?

Questa configurazione non è corretta perché in questo modo anche il termocamino sta producendo acqua calda sanitaria, oltre a produrre riscaldamento. Quindi, essendo i generatori la testa di un impianto che produce riscaldamento e acqua calda, non si dovrebbe avere un impianto combinato di riscaldamento e acqua calda, ma si dovrebbe avere un impianto di solo riscaldamento con l'organizzazione dei generatori e un impianto di sola acqua calda sanitaria.

In questo specifico caso per risolvere il problema basta effettuare le seguenti operazioni:

  • Selezionare il nodo Distribuzione dell’impianto del piano terra con i due generatori.
  • Selezionare l’opzione Elimina dal menu che si attiva facendo click con il tasto destro del mouse sulla sezione ACS Questa operazione elimina dall’impianto la produzione di acqua calda sanitaria rendendolo un impianto di solo riscaldamento nonostante sia ancora riportato in alto la descrizione Impianto combinato (riscaldamento + acs).
  • Fare click con il tasto destro del mouse sul nodo Centrale Termica per attivarne il menu.
  • Selezionare Impianto del menu per creare un nuovo impianto.
  • Nella finestra che si attiva selezionare Qualsiasi Tipo di Impianto.
  • Nella seconda pagina scegliere solo ACS autonomo dal list box del campo Impianto.
  • Dopo aver inserito la Descrizione dell’impianto premere il bottone Crea.
  • Nel pagina del nodo Generazione del nuovo impianto aggiungere in serie un generatore.
  • Associare il generatore che dovrebbe fare anche acqua calda sanitaria.

A questo punto occorrerà solo apportare le consuete modifiche nel nodo Distribuzione e l’impianto sarà completato.


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SuperBonus 110: Warning 3064

In TerMus v.42.00, anche dopo aver inserito tutti i dati della pompa di calore dalla scheda tecnica, la diagnostica può visualizzare il messaggio di Warning 3064.

Si ricorda che il messaggio di Warning non è un errore ma deve essere inteso come un suggerimento che il programma propone. Tale Warning proviene da come si caratterizzano le pompe di calore e da cosa prevedono le norme tecniche, può diventare un suggerimento importante in casi particolari oppure rimanere un qualcosa da poter tralasciare.

Se i dati della pompa di calore sono stati inseriti correttamente non significa che questa segnalazione non possa comparire, questa segnalazione infatti non sta indicando che si sono omesse delle informazioni.

Per avere più informazioni sul Warning basta selezionarlo e premere il tasto F1 della tastiera. La finestra di diagnostica, come si vede, indica che bisogna semplicemente verificare la correttezza delle temperature di sorgente fredda e pozzo caldo tenendo conto di quello che la norma tecnica propone.

Se si sono inserite le temperature e quindi si è compilato la struttura della pompa di calore, chiaramente non ci sono problemi, la questione diventa importante se la pompa di calore si è creata con i soli valori in condizioni nominali e in questo caso è molto più frequente che questa segnalazione possa uscire tenendo conto di quella che è la frase riportata nella nota dell'help: “Per scostamenti maggiori di 5 gradi dai valori forniti dal fabbricante i risultati derivanti dal calcolo, secondo la UNI/TS 11300-4, potrebbero essere inattendibili”, di quanto però non è noto.

Quindi, se la pompa di calore è stata definita con pochissimi dati è chiaro che ci si potrebbe imbattere sicuramente in modo più frequente in una condizione di questo tipo, se invece la pompa di calore è stata definita con una serie di dati di test resi disponibili dal produttore, sicuramente questa segnalazione può venir fuori ugualmente, ma sarà sicuramente meno preoccupante.

Il Warning può comparire anche se si vede che la scheda della pompa di calore, attivabile della pagina dei Dati Aggiuntivi del generatore, risulta molto dettagliata.

Il fatto che sia comparsa questa segnalazione può significare che anche per un solo giorno dell'intero periodo di calcolo la norma tecnica può aver valutato quel discostamento di più o meno 5 gradi, ora per risolvere il Warning significherebbe avere ancora più dati di quelli che si hanno, la segnalazione può comunque essere tralasciata tranquillamente.


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Esportazione degli elementi della Libreria Oggetti BIM in file .BOL

Tutti gli elementi personalizzati nella Libreria Oggetti BIM di Edificius possono essere trasferiti in TerMus-BIM e viceversa. Per fare questo basta semplicemente esportare l’elemento della libreria in un file in formato .BOL (BIM Object Library).

Infatti, per copiare ad esempio una stratigrafia dalla libreria di Edificius e trasferirla anche nella libreria di TerMus-BIM, basta effettuare le seguenti operazioni:

  • In Edificius aprire la Libreria Oggetti BIM di Progetto selezionando l’omonimo nodo del Navigatore.
  • Selezionare la stratigrafia che si vuole portare anche in TerMus-BIM.
  • Selezionare l’opzione Salva in un file BOL del menu locale che si attiva facendo click con il tasto destro del mouse sull’elemento selezionato.
  • Nel dialog che si attiva digitare un nome per il file da esportare, selezionare la cartella di salvataggio e premere il bottone Salva. Questa operazione salva nella cartella scelta l’elemento della libreria in un file in formato .BOL.
  • In TerMus-BIM aprire la Libreria Oggetti BIM, ad esempio quella Utente. È preferibile caricare il file dell’elemento nella libreria Utente per averlo sempre disponibile anche in altri progetti.
  • Fare click sul bottone Stratigrafie per attivare la relativa pagina.
  • Nella pagina Stratigrafie premere il bottone Carica file BOL della toolbar.
  • Nel dialog che si attiva selezionare il file .BOL precedentemente salvato e premere il bottone Apri.

A questo punto il programma attiva la finestra della Libreria dove è stato importato il file, in questo caso quello della stratigrafia, tale elemento della libreria è subito disponibile ad essere utilizzato.

Si ricorda che se in Edificius si utilizza senza modificare una stratigrafia o un componente della libreria di Edificius, l’operazione di salvare e caricare vista in precedenza può anche non essere effettuata, infatti, la libreria di TerMus e la libreria di Edificius hanno gli stessi componenti, per cui lo stesso elemento sarà disponibile in tutte e due le librerie.


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SuperBonus 110: analisi superfici modificate nel documento di confronto

Nell’esempio seguente viene rappresentato un confronto APE ante e APE post. Una parete è stata rivolta verso ambiente non riscaldato e l’altra verso l'esterno, dopo aver effettuato delle modifiche di coibentazione di una parete si evidenzia un problema.

Il problema nasce quando nel progetto di confronto compare una nuova superficie disperdente 9,63 m2 che non si riesce a capire da dove provenga.

In fase di stampa del riepilogo si ritrova anche che la superficie rivolta verso l'esterno, che comunque ha già un cappotto esistente, viene inserita nel riepilogo interventi. Le attese erano diverse infatti sembrano invertiti i dati della sezione Riepilogo degli interventi con quelli della sezione Nuove Entità.

Dopo aver verificato i dati delle pareti in oggetto nei documenti di Ante e Post, si riscontra che la superficie della parete alla quale ci si stava concentrando non risulta essere la parete dell’intervento. Per risolvere il problema si deve identificare la parete realmente modificata nell’intero progetto individuando la corrispondenza esatta di superficie e trasmittanza nella scheda Risultati del toolbox delle proprietà delle altre pareti e poi agire di conseguenza.


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Fatal Error 5007: Errore calcolo del volume vano con soppalco

Nell’esempio seguente il programma segnala il “Fatal Error 5007: Errore calcolo del volume vano” indicando l’impossibilità di calcolare il volume del vano “Cucina e soggiorno”.

Vedendo in pianta sembrerebbe tutto corretto poiché il vano risulta chiuso.

Una modifica al modello che ha potuto causare dei problemi è sicuramente l’aggiunta di un soppalco posizionato sopra al vano “Bagno”. Di seguito si evidenziano alcuni errori di modellazione che hanno potuto generare il Fatal Error 5007.

Attivando la vista 3D si nota subito un primo errore: il vano “Cucina e soggiorno” risulta sospeso nel vuoto, evidentemente è stato creato insieme al pianerottolo del soppalco.

Per risolvere basta selezionarlo ed assegnagli la quota “0” digitandola nel relativo campo del toolbox delle proprietà.

Ripetendo il calcolo l’errore è ancora presente, occorre quindi controllare più affondo il modello.

Ruotando il modello si nota che il vano in questione va ad innestarsi sotto al soppalco.

Attivando il livello Piano terra e facendo degli zoom adeguati si nota che alcuni muri hanno degli scostamenti anomali tra di loro dovuti anch’essi probabilmente all’inserimento del soppalco, occorre risolvere cercando di allineare tutti i muri presenti nel progetto.

Nel modello si crea una sezione per approfondire altri problemi che l’aggiunta del soppalco ha provocato. Quindi selezionare l’oggetto Sezione dal menu degli oggetti e tracciare nel disegno i punti della sezione tagliando il vano in questione.

Attivando al sezione si nota subito che sono presenti altri muri non allineati che si devono correggere.

Inoltre, occorrerà inserire un involucro fittizio al di sotto del soppalco dal suo spigolo fino al pavimento, per ottenere un vano regolare nella parte sottostante.

Il soppalco ha creato anche una situazione particolare per la finestra, infatti sembrerebbe come è stata disegnata che la finestra si innesta nel muro che a sua volta si innesta nel solaio, quindi bisogna rettificare tutte queste piccole incongruenze in termini di modellazione.

Nello stesso Piano terra si individua un ulteriore errore di modellazione: la copertura è stata disegnata erroneamente in questo livello. Il solaio di copertura, infatti, doveva essere disegnato al livello superiore.

Risolti tutti gli errori di modellazione riscontrati il Fatal Error 5007 non dovrebbe essere più segnalato.


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SuperBonus 110: verifiche di legge relative a Asol (area solare equivalente estiva), EPc,nd (prestazione involucro per raffrescamento) e EtaGh (efficienza riscaldamento)

Nell’esempio seguente vengono segnalati, per l’EOdC (Edificio Oggetto di Certificazione), i seguenti Fatal Error (verifiche di legge):

  • 9017: Area solare equivalente estiva.
  • 9019: Indice di prestazione energetica per il raffrescamento, EPc,nd.
  • 9032: Efficienza media stagionale dell’impianto di riscaldamento.

Per quanto riguarda l'area solare equivalente estiva (Fatal Error 9017), come indicato dal decreto, è qualcosa che è risolvibile attraverso due strade: l’apposizione di schermi sui serramenti oppure la riduzione delle superfici vetrate.

In questo caso, se si seleziona un qualsiasi serramento del modello, ad esempio un balcone del piano primo, si nota subito che nel suo toolbox delle proprietà nella sezione Schermi è selezionata l’opzione Nessuno.

A questo punto bisogna inserire uno schermo, ad esempio un tenda interna, selezionando l’opzione Interno del list box.

Bisogna tener conto che il fattore di riduzione degli apporti solari, che si attiva nel relativo campo della sezione Schermi, riporta un valore che più basso è, maggiore risulta l'azione che viene svolta sugli apporti solari, quindi, ad esempio 0,25 è sicuramente migliore di 0,65, questo aiuterà per la verifica di legge dell'area solare equivalente estiva.

Il secondo errore che compariva era “9019: Indice di prestazione energetica per il raffrescamento” quindi riguarda il funzionamento dell'involucro da un punto di vista estivo.

Si ricorda che in questo caso si ha sia il problema dell'area solare e sia il problema dell'indice di prestazione dell'involucro, quindi con la presenza o meno dell’impianto di raffrescamento questa è una verifica di legge che guarda il comportamento dell'involucro in estate così come in inverno e deve avere un comportamento consono rispetto ai limiti definiti.

In questo caso, quindi, è consigliabile non fare ancora alcuna azione per cercare di risolvere questo problema poiché è preferibile risolvere prima il problema dell’area solare dato che nel momento in cui si vanno a schermare le vetrate del modello cambiano tutti i rapporti modificando anche la prestazione estiva dell'involucro.

Quindi applicando gli schermi a tutti i serramenti gli errori “9017: Area solare equivalente estiva” e “9019: Indice di prestazione energetica per il raffrescamento”, non dovrebbero essere più segnalati dopo il calcolo. Infatti, ripetendo il calcolo compare solo l’ultimo errore riscontrato “9032: Efficienza media stagionale dell’impianto di riscaldamento”.

L'efficienza stagionale dell'impianto è il funzionamento medio dell'impianto nel periodo di riscaldamento.

Per analizzare i dati in questione occorre attivare la pagina EOdC e Zone facendo doppio click sul relativo nodo della sezione Risultati di Calcolo del Navigatore e selezionare la scheda Risultati del toolbox delle proprietà.

Tra i dati riportati nel toolbox sono presenti le righe EtaGh che vale 0,5320 ed è quella dell’edificio in oggetto e il pertinente limite EtaGh_Lim nella riga sottostante 0,5567.

I rendimenti o le efficienze dei vari impianti sono verificati e sono le uniche verifiche che risultano positive quando il valore è superiore al limite mentre negli altri casi le verifiche sono rispettate quando il valore è inferiore al limite, quindi si deve avere un impianto più efficiente di quello che si ha. Questo impianto risulta efficiente per l'acqua calda perché si ha 1,0919 (EtaGw) contro 0,5401 (EtaGw_Lim), è efficientissimo per il raffrescamento 4,1974 (EtaGc) contro 1,0281 (EtaGc_Lim), però non è efficiente per il riscaldamento.

Se si vede il valore del Qp si capisce che questo edificio per il riscaldamento chiede circa 5 kW.

Quindi, a questo punto, per risolvere l’errore occorre annullare il calcolo ed effettuare le seguenti operazioni:

A questo punto ripetendo il calcolo anche l’errore “9032: Efficienza media stagionale dell’impianto di riscaldamento” non risulta più presente.

  • 9017: Area solare equivalente estiva.
  • 9019: Indice di prestazione energetica per il raffrescamento, EPc,nd.
  • 9032: Efficienza media stagionale dell’impianto di riscaldamento.
    • Fare doppio click sul nodo EOdC e Zone del Navigatore.
    • Nella pagina EOdC e Zone selezionare la Zona H (Riscaldamento) del Piano terra.
      Nella sezione Regolazione si nota che è stato utilizzato uno dei sistemi di regolazione meno efficiente (Solo climatica/ centralizzata).
    • Quindi, siccome si tratta di una ristrutturazione di impianto con nuova caldaia e presenza di valvole termostatiche a tutti i radiatori, bisogna selezionare l’opzione Per singolo ambiente più climatica.
    • Nel campo a destra scegliere a banda Proporzionale 1 °C che equivale ad una condizione media di lavoro.
    • Effettuare gli stessi cambiamenti anche per la Zona H (Riscaldamento) del Piano primo.

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Fatal Error 5007: Errore calcolo del volume vano (vano scala)

Nell’esempio seguente è stato modellato in TerMus-BIM un immobile con due piani, piano terra e piano primo, nel progetto è presente anche un vano scala interno ma non riscaldato.

Effettuando il calcolo la diagnostica del programma segnala, con il Fatal Error 5007, che non riesce a trovare il volume del vano scala.

I vani che sono andati in errore sono “wc”, “c.t.” e “scala”, come si vede nel modello sono proprio quelli che si trovano al di sotto della scala.

Per controllare più agevolmente la modellazione della scala si inserisce una sezione che taglia il disegno sulla scala.

Si ricorda che il disegno della scala ha solo una valenza grafica, quindi, in questo caso nascondendo dalla visibilità l’oggetto scala si nota subito che i tre vani risultati in errore sono comunicanti tra loro poiché sono aperti nella parte superiore.

Quindi per chiudere i volumi dei vani in oggetto non è sufficiente disegnare solo la scala ma occorrerà, ad esempio, inserire un involucro orizzontale intermedio che possa delimitare i volumi dei vani “wc”, “c.t.” e “scala” creando così anche un nuovo vano al di sopra della scala.


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