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TerMus_Superbonus_110

Le FAQ per risolvere ogni problema con il tuo TerMus

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Esportazioni IFC

Il modello di edificio realizzato con TerMus si può esportare tranquillamente in formato IFC selezionando la funzione Esportazioni / Formato IFC della Home del programma. Naturalmente non sarà possibile esportare i dati riguardanti il ridimensionamento degli impianti, questa operazione però può comunque essere eseguita direttamente in Solarius-PV.


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Il tecnico che deve effettuare la modellazione architettonica e la modellazione energetica per un edificio è opportuno che utilizzi le enormi potenzialità del file in formato IFC. Probabilmente la soluzione migliore è iniziare il tutto dalla modellazione energetica per poi, a calcolo energetico allineato alle necessità di progetto, esportare il modello in un file IFC con TerMus e continuare a lavorare in Edificius modellando la parte architettonica.

Converrebbe iniziare da una modellazione energetica poiché il progetto in TerMus può comportare una rimodifica, invece, iniziando dalla modellazione architettonica e portando il file IFC in TerMus, si potrebbe avere ad esempio, per una necessità di tipo energetico e soprattutto per rispondere alla normativa vigente, il bisogno di modificare le stratigrafie e ritrovarsi magari con volumetrie e spessori di murature che cambiano


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Si ricorda che quando si crea un nuovo documento di TerMus partendo da un modello dell’edificio in formato IFC con la funzione Nuovo / Nuovo da IFC delle Home del programma, il modello in questione diviene parte integrante del progetto di TerMus. Pertanto, in questo progetto non si più richiamare nuovamente la funzione Nuovo da IFC e non sarà più possibile sostituire il file IFC caricato con un altro magari più aggiornato.

Quindi non è possibile lavorare in contemporanea effettuando modifiche sia per la parte energetica e sia per quella architettonica.

Una soluzione potrebbe essere quella di importare il file IFC aggiornato nel progetto di TerMus ottenendo un unico blocco e modellando manualmente solo la parte aggiunta e tralasciata in un primo momento. Altrimenti, per evitare nuove sovrapposizioni nel progetto con nuove entità, si può analizzare il nuovo file IFC e valutare di modellare nel progetto solo le parti integrate.


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Modellazione architettonica della scala

La possibilità di modellare le scale ovviamente esiste ed è dotato di uno specifico editor per facilitarne la modellazione. Le scale in TerMus hanno un significato prettamente grafico.

Per inserire le scale nel progetto basta selezionare l’oggetto Scale del menu degli oggetti della barra multifunzione.

La scala inserita resterà fine a se stessa, il significato dal punto di vista energetico lo acquisisce il vano attraverso il quale si va ad identificare quel volume, climatizzato o non climatizzato.

Le modalità di definizione della scala avviene attraverso un editor ben preciso. Per attivare l’Editor basta fare click in qualsiasi punto della tavola

Nell’Editor è possibile scegliere dal menu scala qualsiasi il tipo di rampa o pianerottolo da inserire (scala a rampa, scala a chiocciola, pianerottoli, ecc.).

Dopo aver definito l’oggetto da utilizzare per il disegno occorre specificare le relative informazioni (numero di alzate, numero di pedate, ecc.) nel toolbox delle proprietà che si attiva sulla destra della finestra.

A questo punto fare click nella tavola per ancorare la rampa definita al cursore del mouse.

In questa fase è possibile cambiare il punto di aggancio premendo i tasti F5 o F6 della tastiera.

Premendo, invece, i tasti F7 o F8 è possibile ruotare la rampa.

Definito l’orientamento basta fare click nel punto desiderato. TerMus riconoscerà automaticamente il delta di quota per raggiungere il piano superiore.

A questo punto è possibile inserire un pianerottolo selezionando il relativo oggetto dal menu della scala.

Facendo click nel punto della rampa inserita il pianerottolo si aggancerà automaticamente.

Il pianerottolo è liberamente modificabile attivando la funzione Edita oggetto della barra multifunzione.

Infatti, in questa modalità, è possibile modificare le sue dimensioni trascinando le apposite maniglie nel disegno.

Ora è possibile inserire una seconda rampa ruotandola è agganciandola al pianerottolo.

La scala inserita permette di arrivare al livello superiore aggiungendo un ulteriore corpo scala. Ripetere queste operazioni per definire tutte le rampe della scala dell’intero modello.

Premendo il bottone Box Sezioni della toolbar e tagliando graficamente il modello è possibile notare che tutta la scala è inserita in un unico vano scala che inizia dal piano terra e ha come riferimento altimetrico superiore la copertura senza solai intermedi.


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Nell’esempio seguente viene illustrata una scala interna a vista che unisce i due piani di una villetta.

Come si nota il soggiorno è stato separato dal corpo scala con un involucro fittizio che delimita la L rovescia della scala.

Il soggiorno, quindi, avrà un proprio solaio a differenza del vano della scala che presenta un foro al primo piano per delimitare il vano della scala.

Se si visualizza una sezione proprio in corrispondenza della scala si nota l’assenza del solaio per il passaggio della scala.

Quindi, quando si vuole ottenere il calcolo del vano scala che non ha un andamento regolare è possibile utilizzare i muri fittizi. Infatti, tali muri permettono di chiudere le parti del vano di una scala a giorno che non ha già una delimitazione definita degli involucri.

Invece, quando il vano scala è regolare il vano già risulta definito.

A questo punto, per velocizzare il lavoro, basta selezionare semplicemente un involucro confinante e, nella sezione Confine del toolbox delle proprietà, specificare che il muro confina con l’ambiente non climatizzato Vano Scala.


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Stratigrafia

Questo tipo di errore potrebbe comparire in TerMus-BIM quando si utilizza per la modellazione degli involucri il riconoscimento automatico da DXF/DWG.

Infatti, se ad esempio i muri del DXF risultano con uno spessore di 35 cm e si effettua il riconoscimento automatico da DXF/DWG applicando muri con uno spessore diverso, nel disegno i muri diventeranno obbligatoriamente di 35 cm.

Pertanto, se si vuole inserire un muro su un DXF/DWG, ad esempio da 45 cm, non è la strada migliore utilizzare la funzione del riconoscimento automatico tra muri differenti.

Come si vede dal toolbox delle proprietà il muro appena inserito risulta un muro generico da 35 cm.

Effettuando il calcolo con muri così definiti nel modello si avranno segnalazioni di Fatal Error “Trasmittanza Infinita”.

Per risolvere il problema, dopo aver inserito tutti i muri con il riconoscimento automatico e facendo capitare il filo fisso nella parte interna della parete, basta:

  • Selezionare tutti i muri da modificare.
  • Nel toolbox delle proprietà scegliere la stratigrafia da assegnare, ad esempio da 45 cm.

Questa operazione modifica i muri selezionati mettendo la differenza dello spessore verso l’esterno senza modificare la volumetria interna.

Alternativamente, si può disegnare il muro con la stratigrafia e lo spessore desiderati direttamente in pianta senza utilizzare la funzione del riconoscimento automatico. In questa fase l’utente è aiutato dagli snap del programma.


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Dopo il calcolo completo per risolvere un errore riportato in diagnostica è buona norma leggere sempre le informazioni e i consigli che vengono visualizzati nella finestra.

Successivamente effettuare un doppio click sul rigo del messaggio “Trasmittanza infinita” per far evidenziare al programma l’elemento in errore. In questo caso il programma indica un solo involucro in errore nel modello.

A questo punto occorre analizzare la stratigrafia del muro premendo il bottone dell’editor della libreria oggetti BIM di Progetto.

Premere il bottone Edita della finestra per aprire l’editor della stratigrafia.

Nella finestra dell’Editor si nota subito che un elemento della stratigrafia non è stato definito.

Per risolvere il problema basta selezionare lo strato che non ha associato nessun materiale e premere il bottone edita in basso nella finestra.

Nella libreria che si apre selezionare un materiale, ad esempio “Blocchi di tufo” e premere il bottone Applica.

Effettuando questa operazione la stratigrafia risulterà completa con tutti i materiali degli strati.

Chiudendo l’editor confermando le scelte effettuate ed eseguendo nuovamente il calcolo, la diagnostica non segnalerà più l’errore “Trasmittanza infinita”.

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Quando ci si trova a dover rappresentare un involucro che possiede una certa prestazione definita dal produttore, a meno che il produttore non fornisca esattamente tutte le proprietà termo-fisiche degli strati che lo costituiscono, è sicuramente molto difficile identificare la trasmittanza.

In questo caso la soluzione migliore è, avendo a disposizione la scheda tecnica del produttore, procedere effettuando le seguenti operazioni:

  • Nella Libreria Oggetti BIM – Progetto selezionare l’opzione Aggiungi\ Elemento del menu locale che si attiva facendo click con il tasto destro del mouse.
  • Nella sezione Particolare del toolbox delle proprietà della nuova stratigrafia indicare che si tratta di struttura Parametrizzata. Con questa operazione si abbandona il concetto di stratigrafia composta evitando di definire tutti gli strati
  • Nei campi che si attivano inserire tutte le informazioni fornite dalla scheda tecnica del produttore. Questa operazione risolve il problema riscontrato.

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Errore 3029: zona non associata

L’errore potrebbe derivare dall’inserimento di una seconda centrale termica non necessaria. Si ricorda che il sistema edificio-impianto è l’Edificio oggetto di calcolo (EOdC) e la centrale termica semplice o complessa con l’aggiunta di più impianti.

Di seguito viene descritta la procedura corretta per l’inserimento dell’impianto di raffrescamento. Per evitare l’errore basta, quindi, effettuare le seguenti operazioni:

  • Fare doppio click sul nodo EodC e Zone del Navigatore.
  • Nell’EodC in oggetto aggiungere una nuova Zona C (raffrescamento).
  • Nella pagina della Zona specificare tutti i dati richiesti.
  • A questo punto occorre definire i vani, nel navigatore aprire la pianta del livello in oggetto facendo doppio click sul relativo nodo del Navigatore.
  • Selezionare l’oggetto Vano dal menu degli oggetti della barra multifunzione.
  • Fare click nei locali del disegno per definire tutti i vani
  • Nel box che si attiva dal campo Unità o confine del toolbox delle proprietà di tutti i vani associare, se si ritiene opportuno, la zona di raffrescamento. Si ricorda che le zone di riscaldamento e di ventilazione devono risultare sempre selezionate.

Dopo l’associazione delle zone ai vani occorre definire la centrale termica.

  • Fare doppio click sul nodo Centrali Termiche del Navigatore.
  • Selezionare il nodo della centrale termica e aggiungere un nuovo impianto.

Questa operazione attiva la finestra Creazione Nuovo Impianto dove è possibile scegliere il tipo i impianto da creare.

  • In questo caso selezionare il primo impianto della finestra.

Ora a questo impianto occorre abbinare una caldaia.

  • Selezionare l’opzione Aggiungi in serie dal menu locale dell’etichetta Generazione.
  • Associare un generatore facendo doppio click sulla relativa etichetta.
  • Aggiungere un nuovo impianto per lo Split selezionando Impianto dal menu del bottone Aggiungi.
  • Nella finestra del nuovo impianto scegliere Impianto Diretto lasciando solo il check box Raffrescamento selezionato.
  • Associare la macchina frigorifera creata facendo doppio click su Generazione
  • Nella sezione UTA del nodo Distribuzione del nuovo impianto fare attenzione al campo Temperatura di immissione in ambiente specificando la temperatura dell’aria in uscita dagli split
  • Nella sezione Zone Servite selezionare il check box relativo alla Zona C (raffrescamento) per abbinarla a questo impianto. Questa operazione eviterà di avere nuovamente l’Errore 3029 - “La zona non è associata a nessun impianto”.

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Generatori

Un archivio storico dei generatori non esiste, però è possibile, attraverso le informazioni che si riescono ad acquisire in sito, determinare la struttura e utilizzare la normativa di riferimento più adatta per il generatore rilevato.

Per creare un nuovo generatore ed inserire manualmente i dati acquisiti basta effettuare le seguenti operazioni:

  • Aprire la Libreria Oggetti BIM – Progetto facendo doppio click sul relativo nodo del Navigatore.

    Probabilmente la tipologia da utilizzare più indicata nel caso in questione è Metodo Direttiva 92/42/CEE.

    Infatti, i dati richiesti con questo metodo sono piuttosto facili da trovare anche sulla targhetta riportata sul vecchio generatore. Durante l’inserimento dei dati è possibile ricorrere alle tabelle riportate nei prospetti delle norme tecniche facilitando la ricostruzione della struttura del generatore.

    • Nel menu della libreria selezionare l’archivio Generatori di Calore.
    • Aggiungere un nuovo Generatore scegliendolo nel menu che si attiva premendo Appendi del menu locale della cartella Generatori a Combustione.
      Nel menu è possibile selezionare una delle seguenti metodologie di riferimento:
      Precalcolato o Precalcolato (Biomassa), se il generatore è dedicato al solo servizio di climatizzazione invernale o riscaldamento. Tale metodologia è la più semplice e chiede un numero minore di dati rispetto alle altre.
      Metodo Direttiva 92/45/CEE, utilizzabile per qualsiasi generatore, esistente o nuovo commercializzato dopo 1996.

      Metodo Analitico o Metodo Analitico (Biomassa), richiede un numero maggiore di informazioni che il tecnico deve avere a disposizione.

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Per creare un impianto con pompa di calore e caldaia a condensazione preaccoppiate basta effettuare le seguenti operazioni:

  • Aprire la Libreria Oggetti BIM – Progetto facendo doppio click sul relativo nodo del Navigatore.
  • Nel menu della libreria selezionare l’archivio Generatori di Calore.

Nella libreria occorre definire i seguenti due generatori:

  • Aggiungere un nuovo generatore nella cartella Pompe di Calore / Compressione elettrica

Inserire tutti i dati richiesti e fare particolare attenzione al box Temperature di esercizio che si attiva nel relativo campo del toolbox delle proprietà specificando le temperature di disattivazione della macchina.

  • Nella cartella Generatori a Combustione aggiungere un secondo generatore da abbinare al sistema e inserire tutti i dati richiesti nel toolbox delle proprietà.
  • Fare doppio click sul nodo Centrali Termiche del Navigatore per attivare la relativa finestra nella quale creare l’impianto.
  • Creare un nuovo impianto selezionando Impianto dal menu locale del nodo Centrale Termica
  • Nella finestra Creazione Nuovo Impianto che si attiva scegliere il primo tipo Impianto di Riscaldamento e ACS.
  • Nel nodo Generazione selezionare Aggiungi in serie dal menu locale che si attiva facendo click con il tasto destro del mouse sull’etichetta.
  • Fare doppio click sull’etichetta Generatore e selezionare nella libreria la pompa di calore creata in precedenza.
  • Sull’etichetta della pompa di calore appena inserita scegliere Aggiungi GENERATORE in serie dal menu locale.
  • Fare doppio click sull’etichetta Generatore e selezionare nella libreria la caldaia creata in precedenza.

A questo punto i due generatori sono stati inseriti nell’impianto, la pompa di calore lavora per prima e la caldaia interviene di conseguenza.

Per quanto riguarda il nodo Distribuzione non cambia nulla e funziona come gli altri impianti.

Definiti tutti i parametri ed eseguito il calcolo, la diagnostica segnala che la pompa di calore non riesce a coprire l’intero fabbisogno di energia termica del periodo, l’impianto in questo caso funzionerà comunque perché entrerà in funzione la caldaia a condensazione.


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Ovviamente, per il camino a legna non si hanno dati termici per stimarne un rendimento. Un camino artigianale così come la stufa economica che rientra nei generatori a biomassa, può avere i suoi metodi di riferimento come nel metodo Precalcolato (Biomassa), però questo non risolve il problema.

Nel toolbox delle proprietà del metodo Precalcolato (Biomassa), infatti, le norme permettono di definire un caminetto a focolare chiuso ma non di definire un caminetto a focolare aperto.

Il problema di base è connesso al valore della potenza a carico nominale di un camino a focolare aperto che non potrà essere individuato con certezza, anche perché non esiste nessuna norma tecnica per questo problema.


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SuperBonus: sostituzione impianto

In TerMus è molto semplice usufruire del SuperBonus per gli interventi di riqualificazione energetica.

Nell’esempio seguente viene illustrata la procedura per effettuare una sostituzione di un impianto esistente con un altro più performante in un condominio con due unità.

Si ipotizzi di avere nella situazione di fatto (Ante intervento), un impianto con caldaia a gas e i classici radiatori su parete esterna, mentre nella situazione Post intervento si vuole ottenere un impianto con la caldaia sostituita da una pompa di calore che offre riscaldamento e acqua calda con dei ventilconvettori serviti a bassa temperatura. Quindi, al fine di confrontare le due situazioni occorre avere a disposizione i due file Ante intervento e Post intervento.

Il documento Ante intervento presenta nella parte della generazione della Centrale Termica una caldaia a combustibile fossile.

Per creare il documento POST intervento basta effettuare le seguenti operazioni:

  • Selezionare il bottone Nuovo documento POST intervento della sezione SuperBonus 110% presente nella pagina Nuovo della Home del programma.
  • Nel dialog che si apre premere il bottoncino presente nel campo ANTE intervento per selezionare il documento con lo stato di fatto visto in precedenza e premere OK.

Questa operazione crea un documento POST intervento partendo dal documento ANTE intervento dell’edificio.

A questo punto bisogna modificare il documento POST intervento con tutti i miglioramenti che si è deciso di eseguire. Ad esempio, è possibile effettuare le seguenti operazioni:

  • Nella sezione Tipologia di intervento della pagina Edificio del nodo Dati Generali scegliere il tipo di intervento da effettuare e selezionare il check box Superbonus 110%.
  • Nella zona di riscaldamento del nodo EodC e Zone utilizzare i Ventilconvettori.
  • Aggiungere la zona raffrescamento selezionando la relativa opzione del menu locale.
  • Nella zona di raffrescamento scegliere ugualmente i Ventilconvettori. Con regolazione per singolo ambiente.
  • Ripetere le stesse operazioni anche per il secondo appartamento.
  • Nella sezione Distribuzione delle Centrali Termiche occorre modificare le temperature di riferimento effettuando le seguenti operazioni:
  • Selezionare Rendimento precalcolato dal menu che si attiva premendo il bottoncino del campo Rendimento.
  • Nel dialog che si attiva aggiornare le temperature di mandata e di ritorno di progetto.
  • Abbinare le zone selezionando i relativi check box nella sezione Zone Servite.
  • Eliminare la caldaia fossile presente nella sezione Generazione.
  • Seleziona Aggiungi in serie dal menu locale dell’etichetta Generazione.
  • Fare doppio click sull’etichetta Generatore per attivare la libreria dove scegliere una pompa di calore idronica.
  • Nella stessa Centrale Termica aggiungere un ulteriore impianto.
  • Nella finestra Creazione Nuovo Impianto che si attiva selezionare l’ultima opzione Qualsiasi Altro Tipo di Impianto.
  • Nella seconda pagina della finestra specificare che si tratta di raffrescamento ad acqua e premere il bottone Crea.
  • Nella sezione Distribuzione del nuovo impianto creato (Raffrescamento) selezionare Rendimento precalcolato dal menu che si attiva premendo il bottoncino del campo Rendimento.
  • Nel dialog che si attiva nel campo specificare il Tipo di impianto e il Numero di piani.
  • Nella sezione Zone Servite selezionare i check box per associare le zone.
  • Nella sezione Generazione, invece, aggiungere un nuovo generatore e scegliere nella libreria lo stesso utilizzato per il riscaldamento.

Ultimate le modifiche al documento POST si nota che la situazione è stata stravolta sia in termini tecnologici, da una caldaia a combustione ad una pompa di calore, che in termini impiantistici, visto che si è aggiunto un nuovo servizio aggiuntivo (servizio che non parteciperà all’APE convenzionale).

A questo punto è possibile procedere al confronto dei due documenti, quindi, aprire contemporaneamente i documenti ANTE e POST calcolati nella finestra del programma.

Fare click sul menu File per attivare la Home del programma.

Nella Home del programma selezionare il bottone Nuovo documento di confronto tra ANTE e POST intervento della sezione SuperBonus 110% della pagina Nuovo.

Nel dialog che si attiva selezionare nei rispettivi campi i documenti ANTE e POST da confrontare e premere OK.

Nella finestra del programma si attiva il documento di confronto che evidenzia un salto di tre classi con le verifiche di legge soddisfatte.

Il riepilogo del documento può essere stampato premendo il bottone in fondo alla pagina.

Nei documenti ANTE e POST è possibile stampare l’APE convenzionale nella pagina Edificio del nodo Elaborati \ APE e AQE del Navigatore.

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Se l’accumulo si riferisce al solare termico e non è un accumulo inerziale, si deve inserire nella sezione ACCUMULO dell’etichetta Solare Termico del nodo Distribuzione dell’ACS.

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Se i due servizi Riscaldamento e Raffrescamento vengono definiti con la stessa macchina e con lo stesso sistema di distribuzione e di erogazione, è consigliabile racchiudere i due impianti descrivendo un’unica distribuzione, un’unica emissione e un’unica regolazione.

Quindi, per creare un unico impianto con Riscaldamento e Raffrescamento basta effettuare le seguenti operazioni:

  • Aggiungere un nuovo Impianto premendo il bottone Aggiungi della pagina Centrale Termica.
  • Nella finestra che si apre selezionare il bottone Qualsiasi Altro Tipo di Impianto.
  • Nella seconda pagina scegliere Riscaldamento e Raffrescamento dal list box Impianto.
  • Specificare gli altri dati richiesti nei relativi campi e premere il bottone Crea.
  • Nella sezione Generazione del nuovo impianto aggiungere un generatore selezionando Aggiungi in serie dal menu locale dell’etichetta Generazione.
  • Fare doppio click sull’etichetta Generatore per aprire la libreria e scegliere il generatore desiderato, ad esempio una pompa di calore.
  • Nell’impianto di Distribuzione definire il tipo di Rendimento, se precalcolato oppure con metodo analitico con Appendice A.
  • Definire tutti dati richiesti in base alla scelta effettuata per il tipo di Rendimento. Se si sceglie il metodo precalcolato, ad esempio, descrivere i tipi di impianto e di distribuzione nel relativo dialog.
  • Nella sezione Zone Servite selezionare entrambi i check box (riscaldamento e raffrescamento).

A questo punto l’impianto Riscaldamento/Raffrescamento è definito.

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EtaGc: impianto raffrescamento sovradimensionato

Nella diagnostica dell’esempio seguente compare il Fatal Error 9034 che segnala “Efficienza media stagionale dell’impianto di raffrescamento EtaGc, non verificato” e “Efficienza media stagionale dell’impianto di raffrescamento EtaGc, deve essere superiore al corrispondente valore limite calcolato per l’edificio di riferimento”.

L’edificio in questione ha una massa importante e il suo solaio di calpestio è a contatto con il freddo del terreno favorendo uno scambio positivo che riduce il calore in estate, ma come si vede nei Dati Generali a luglio ed agosto esternamente all’edificio si hanno temperature medie di calcolo ben più basse di quelle che è il comfort abitativo interno.

L’errore di efficienza è semplicemente dovuto dal fatto che la macchina produce più del necessario e nel periodo estivo funziona in maniera ridotta ottenendo di conseguenza alti consumi e bassi rendimenti come prevedono le attuali procedure di calcolo.

L’errore potrebbe dipendere, quindi, da un sovradimensionamento dell’impianto. Si dovrebbe innanzitutto predisporre una macchina che sia più aderente alle necessità trovandone una con taglia più bassa.

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Metodo precalcolato: rendimento di distribuzione - rendimento di generazione

Il Metodo Precalcolato può essere usato nel rendimento di distribuzione oppure nel rendimento di generazione.

Nel rendimento di distribuzione può essere applicato all’impianto di distribuzione della centrale termica selezionando l’opzione Rendimento precalcolato dal menu che si attiva premendo il bottoncino del campo Rendimento.

Nel rendimento di generazione, invece, può essere scelto quando si aggiunge un nuovo generatore nella libreria. Infatti, nella sezione Generatori di Calore è possibile scegliere di creare un generatore con il metodo Precalcolato o Precalcolato (Biomassa) dal menu locale che si attiva nella finestra.

Il metodo precalcolato non può essere utilizzato nella definizione di una caldaia che deve essere utilizzata in un impianto che produce solo acqua calda sanitaria o in un impianto combinato che prevede ad esempio riscaldamento e acqua calda sanitaria insieme. Il metodo precalcolato in termini di generazione, quindi di valutazione della generazione della macchina, è un tipo di metodo che non è applicabile quando i generatori devono offrire il servizio di acqua calda sanitaria.

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Ponti Termici

Nell’esempio seguente si suppone di avere un livello al piano terra adibito a garage e quindi ad una zona non climatizzata e un livello al primo piano adibito ad abitazione.

Quando si visualizzano i ponti termici selezionando il relativo oggetto del menu degli oggetti della barra multifunzione, si nota che il programma visualizza anche i ponti termici delle zone non riscaldate come il piano terra.

Il programma è in grado di recepire la discontinuità a qualsiasi livello, quindi anche quando si ha a che fare con una zona non climatizzata.

I ponti termici del livello non riscaldato possono essere eliminate tranquillamente effettuando le seguenti operazioni:

  • Nel menu Visibilità nascondere tutti gli altri oggetti per favorire la visualizzazione dei soli ponti termici della struttura.
  • Fare click sul bottone Select della barra multifunzione. Questa operazione attiva la modalità di selezione degli oggetti.
  • Selezionare il ponte termico da eliminare direttamente nel disegno 3D e premere CANC della tastiera.
  • Ripetere l’operazione precedente per eliminare tutti i ponti termici non necessari dalla struttura.
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POST intervento: scelta della tipologia di intervento

Nell’esempio seguente è presente un documento POST intervento, creato con la versione 42 di TerMus, dove è stato sostituito solo il generatore con uno più performante rispetto al documento ANTE intervento.

Nonostante gli involucri non siano stati modificati, dopo il calcolo, il programma segnala diversi Fatal Error riguardanti gli involucri.

Il problema si può risolvere nella definizione del tipo di intervento da realizzare aprendo i Dati Generali del documento selezionando l’omonima opzione del menu Dati.

Nel list box Tipologia di Intervento della finestra basta selezionare l’opzione Riqualificazione: sola sostituzione di generatore e premere OK.

A questo punto basta effettuare nuovamente il calcolo per vedere che i Fatal Error non vengono più visualizzati. Ripetendo il confronto tra i documenti di ANTE e POST con l’apposita funzionalità della Home del programma tutto funziona correttamente.

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Modellazione

TerMus-BIM effettua una modellazione grafica dell'edificio pertanto non è necessario “creare” il foro/vuoto ma piuttosto “lasciare” il vuoto. Infatti, nel punto in cui si ha bisogno del vuoto, basta semplicemente non disegnare l'involucro.

Chiaramente l'apertura è da definirsi fra aree e volumi dello stesso tipo (entrambi climatizzati oppure entrambi non climatizzati). Non è previsto in norma tecnica il calcolo di volumi fra vani appartenenti a zone diverse.

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Nell’esempio seguente si ipotizza di avere un piano sottotetto climatizzato con all’interno diverse tramezzature in cui il programma segnala errori di volume.

Come si nota in pianta i vani definiti nel piano sottotetto sono ben perimetrati.

Per visualizzare più agevolmente il piano sottotetto nella vista 3D è opportuno nascondere il Tetto con l’apposita funzione del menu Visibilità della barra multifunzione.

Questa operazione permette di capire qual è stato il problema. Infatti, nella vista 3D si evince che i vani sono chiusi ma le pareti disegnate hanno un’altezza tale che il volume del primo vano si andrà ad intersecare con quello del secondo generando l’errore in fase di calcolo.

Per risolvere il problema basta selezionare i divisori interni nella vista 3D e nella sezione Sistema di Riferimento Altimetrico del toolbox delle proprietà specificare che tali pareti devono prendere a riferimento la copertura presente superiormente.

A questo punto effettuando nuovamente il calcolo non saranno più presenti errori sui volumi.

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SuperBonus: verifiche trasmittanza media

Da un punto di vista del tecnico che inputa i dati le attività non cambiano. In realtà il tecnico modella il suo edificio nello stato di fatto comprensivo dei ponti termici. I ponti termici a seguito degli interventi che si effettuano nel POST intervento restano gli stessi di quelli dell’ANTE intervento, semplicemente assumono una prestazione diversa, al resto pensa il programma a determinare le due trasmittanze termiche medie separate.

Quindi la trasmittanza termica media per il SuperBonus è calcolata considerando tutti i muri e tutti i solai superiori e inferiori disperdenti, eliminando dal calcolo quelli a cui è stato specificato che non è stato realizzato nessun intervento (selezionando il check box Entità da non verificare nel toolbox delle proprietà).

Pertanto, i ponti termici non sono presenti nella trasmittanza termica media per il SuperBonus, mentre il programma calcola automaticamente la trasmittanza termica media per la legge 10 tenendo conto degli stessi componenti citati con l’aggiunta dei ponti termici che agiscono sui muri.

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Documenti ANTE e POST

Il documento di POST intervento deve essere sempre generato con l’apposita procedura della Home del programma da un documento ANTE intervento.

Si ricorda, infatti, che la procedura corretta da seguire per progettare interventi di riqualificazione energetica di qualsiasi tipo e preparare tutta la documentazione richiesta per accedere al SuperBonus 110% è composta dai seguenti Step:

  • Creare un documento ANTE intervento premendo il bottone Nuovo edificio ANTE intervento della sezione Nuovo della Home del programma e redigerlo secondo lo stato di fatto dell’edificio.
    In alternativa è possibile utilizzare come documento ANTE intervento un progetto già redatto precedentemente.
  • Creare un documento POST intervento premendo il relativo bottone della Home e specificando, nel dialog che si attiva, il file ANTE intervento da cui partire.
  • Modificare il documento POST intervento aggiungendo nel progetto tutti gli interventi di riqualificazione energetica da apportare all’edificio
  • Aprire nel programma i due documenti ANTE intervento e POST intervento calcolati e inserirli nella procedura di confronto che si attiva premendo il bottone Nuovo confronto dell’edificio ANTE e POST della Home.
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Documento di confronto

L’errore potrebbe derivare dalla richiesta di calcolo effettuata in una versione precedente del programma. Quindi, è buona norma in questi casi, per entrambi i documenti ANTE e POST, annullare il calcolo precedentemente effettuato e ripetere la richiesta di calcolo.

Queste operazioni calcolano nuovamente l’edificio con le impostazioni della nuova versione del programma.

A questo punto se si effettua la procedura di confronto con l’apposita funzionalità della Home del programma, non ci dovrebbero essere errori.

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Fabbisogno energia frigorifera non soddisfatto

In questo caso è necessario analizzare, nella libreria oggetti BIM, la macchina utilizzata. Pertanto si effettuano le seguenti operazioni:

  • Nel toolbox delle proprietà, fare click sul bottoncino del campo Temperature in funzione
    Questa operazione attiva il dialog in cui occorre controllare i dati presenti.
  • Sempre nella sezione Raffrescamento fare click sul bottoncino del campo Prestazioni per attivare il relativo dialog.
    Nel dialog si nota subito che è stato scelto per il calcolo dei fattori correttivi l’opzione scheda tecnica dettagliata, tale scelta non è corretta perché come già detto si hanno a disposizione solo i dati in condizioni nominali.
  • Nel dialog, quindi, scegliere valori in condizioni nominali e dati prestazionali Completi.
  • Premere il bottone presente nel campo Calcolo delle prestazioni.
  • Nel dialog Pompa di Calore selezionare modifica temperatura lato ESTERNO del menu del bottone riportato a destra.
  • Nel box che si attiva cancellare tutte le temperature, inserire solo la temperatura di 35° e confermare.
  • Nel dialog Pompa di Calore occorre ora riportare i valori Potenza frigorifera e EER visti in precedenza nel dialog Temperature di funzionamento.
  • Premere il bottone OK del dialog per confermare i dati.
  • Salvare le modifiche apportate al generatore facendo click sul bottone di conferma della pagina.

Con le operazioni precedenti, quindi, si sono modificati i dati della macchina secondo quelli realmente in proprio possesso.

Prima di procedere con il calcolo ci si assicura che nella sezione Rete delle distribuzioni (zona giorno e zona notte) della centrale termica ci sia il valore “0” come Potenza.

A questo punto effettuando nuovamente il calcolo non sarà più presente l’errore.

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Infissi

Si ricorda, che nella definizione della finestra, l’inserimento di un oscurante nel campo Modello 2° infisso nel toolbox delle proprietà, ha solo una valenza grafica, infatti non altererà minimamente il calcolo.

Per definire un’oscurante (avvolgibili, persiane, scuri, ecc.), quindi, che porti in conto l’oscurante da applicare alla finestra, bisogna selezionare il check box della sezione Chiusure oscuranti del toolbox delle proprietà e definire nella stessa sezione le caratteristiche previste nei prospetti delle norme tecniche.

La trasmittanza comprensiva delle chiusure oscuranti sarà ovviamente un elemento migliorativo della fase di calcolo energetico ed è riferito solo alle ore delle fasce notturne.

Nella sezione Schermi, invece, è possibile determinare il modo con cui ci si scherma dai raggi solari.

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